UDINE - Oltre ad esser finiti per la prima volta tra le prime tre squadre, la staffetta 24x1h di Telethon ci ha regalato un'altra bella impresa targata Riccardo Benco (nella foto); l'atleta di Ronchi dei Legionari ha infatti partecipato all'evento per tutte le 24 ore, percorrendo alla fine oltre 100 km superando crisi di ogni tipo. Qui di seguito il suo racconto di questa interminabile giornata. Da parte nostri super complimenti per questa impresa!!
"Durante questi 5 anni che corro,
mi sono sentito dire decine di volte la stessa frase: nella corsa il 70% del
lavoro lo fa la testa!
Finchè un anno fa ho deciso di
sperimentare realmente quanto la mia di mente possa spingermi avanti, decidendo
di partecipare alla 24x1 ora, senza però avere nessun cambio. Sicuramente correre una vera 24
ore è una cosa differente, ma visto lo spirito che anima Telethon e tenendo
conto che “nessun me corri drio” mi sembrava l’occasione giusta.
Passa un anno e tra periodi buoni
e qualche infortunio, mi ritrovo alla partenza non senza dubbi su quello che
sto facendo, sarò in grado?....e se non finisco che figura ci faccio?
Ma al momento dello start tutte
le mie domande svaniscono e rimane l’unico pensiero di saper dosare le mie
forze nell’arco delle 24 ore.
Le prime ore di corsa vanno via
abbastanza agevolmente, senza nemmeno pensare a tutto il tempo che mi rimane da
correre. Durante le prime soste inizio ad apprezzare sempre più la compagnia di
chi mi fa assistenza, il solo poter scambiare qualche parola nella tenda mi
ricarica di energie.
Giro dopo giro mi rendo conto di
quanto sia per me importante il supporto
delle persone che assistono alla gara, ed un ruolo importante lo giocano tutti
i ragazzi/e di Fincantieri Atletica. Più volte mi rimbalza nella mente il
saluto d’augurio di Nicola: Buon Divertimento!!!
Tra una corsetta ed una sosta
tutto fila liscio fino alle 3 di notte, quando stanchezza e freddo iniziano a
farsi sentire non solo fisicamente. Decido di continuare, dandomi dei traguardi
a breve scadenza, primo tra tutti arrivare alle 5 ovvero metà gara. Arrivato a
un punto ristoro, un altro partecipante che anche lui aveva deciso di correre
tutte le 24 ore sta male fino al punto di fermarsi definitivamente.
Parlando con lui nelle ore
precedenti avevo scoperto che era molto più preparato di me, figuratevi cosa ha
iniziato a passarmi per la testa!! Sentivo che ormai ero quasi al limite e che
se lo superavo probabilmente avrei fatto la stessa fine. NO, non me lo posso
permettere, sono arrivato fino a qui e arriverò fino alla fine (forse).
Faccio una sosta più lunga del
previsto, fino alle 6.30, durante la quale riesco a chiudere gli occhi. Quando
riparto inizia ad albeggiare e la sola vista della luce mi fa sperare che con
la notte il periodo più brutto sia passato. Le forze sono ritornate e gli amici
lungo il percorso sono ancora lì, con le loro parole d’incoraggiamento. Durante
le ore che seguono più volte incontro le 4 persone rimaste a perseguire il mio
stesso obiettivo, ci scambiamo qualche parola, facciamo qualche giro assieme,
senza mai parlare di stanchezza o difficoltà, tenendo conto solo del prossimo
obiettivo: le 12.00. Senza parlarne scopro che tutti stiamo usando la stessa
tattica, ovvero traguardi a breve termine, iniziando a pensare che sia
realmente quella giusta.
Le ore che seguono sono un
alternarsi di momenti di stanchezza a momenti di commozione, consapevole che
stavo per portare a termine quello che mi ero prefisso. Ci sono stati dei
momenti durante i quali le semplici frasi d’incoraggiamento dei commissari di
percorso, ormai diventati quasi degli amici, bastavano a farmi scappare qualche
lacrimuccia. Meno male che ho corso quasi sempre con il passamontagna!!!
L’ultima ora scivola via senza
nemmeno che me ne accorga, quasi fossi in un mondo tutto mio.. tutto quello che
avevo passato nelle 23 ore precedenti mi aveva arricchito di un qualcosa che
adesso mi stava spingendo avanti. Durante l’ultimo giro fatto assieme alla mia
compagna, spero di aver salutato tutti quelli che durante la staffetta mi hanno
aiutato e sostenuto.
Alla fine la prestazione è
mediocre, solo 104 km,
ma chi se ne frega!!!
Quello che ho imparato su me
stesso, su dove la forza di volontà possa portarti è di gran lunga più
importante di qualsiasi prestazione chilometrica. Credo che questa esperienza
mi sarà molto utile nelle gare che affronterò in futuro, quando i momenti di
difficoltà non mancheranno sicuramente".