lunedì 10 novembre 2014

LE MARATONE DI VENEZIA (OTTIMO MAZZOCCHINI) E LUBIANA (BRAVISSIMI MILANI E ERJAVEC)

MONFALCONE - Si sono disputate domenica 26 ottobre due importanti manifestazioni di corsa su strada, la 29^ edizione della Maratona di Venezia e la 19^ edizione della Maratona e Maratonina di Ljubljana; tre i nostri atleti presenti, Massimo Mazzocchini a Venezia e Paolo Erjavec (Maratona) assieme ad Alessio Milani (Maratonina) a Lubiana.
Queste le loro impressioni:
MASSIMO MAZZOCCHINI - 3h45'57" (nuovo primato personale)
La Venice Marathon per me è stata una gara davvero emozionante.
Partenza da Stra per arrivare oltre piazza San Marco.
Durante il percorso incantevole, musica e molta gente che trasmetteva grinta.
Arrivati al Ponte della Libertà, si sono fatti sentire i 30 e più km percorsi e il vento "leggero" che soffiava contro.......ecco quà che il gruppo delle 3h40 si allontanava da me di 5 minuti....
All'arrivo ad attendermi c'era la mia famiglia e.....non nascondo l'emozione/commozione nel vederli.....
Soddisfazione immensa!!

PAOLO ERJAVEC - 3h05'13" (nuovo primato personale)
Iscriversi in un giorno di Agosto quando ci sono 27° e correre in Ottobre quando ce ne sono 6°. Prenotare un albergo in centro a Ljubljana e portarsi il figlio al seguito sperando che mi aiuti con il mio bad english. Comprare la vignetta per l'autostrada slovena, partire, arrivare in albergo e capire che mi dovrò arrangiare da solo con il mio bad english. Sistemare un po' i bagagli e fare un giro turistico per la città. Ammirare il panorama splendido dal castello che sovrasta la capitale slovena. Ritirare il pettorale 455. Vedere la città intera che si prepara per l'evento. Mangiare un cono gelato al basilico passeggiando lungo la Ljubljanica tra i tavolini di bar e ristoranti ed i loro avventori. Tornare in albergo ed andare a dormire sperando che le ginocchia mi concedano di potere correre domani per 42195 metri soltanto e poi farò il bravo. Svegliarsi, far colazione e scegliere la maglietta di Batman per la competizione. Cercare un strada che porti alla partenza. Conoscere Dusan che mi spiega come mettere il chip sulla scarpa e darmi appuntamento alla mezza di Palmanova. Riconoscere Alessandra (Lena n.d.r.) poco prima della partenza e mandarci reciprocamente in bocca ognuno al proprio lupo, per le rispettive gare. Vedere le gazzelle nere che arrivano pochi istanti prima dello start. Partire in 10mila nello stesso istante. Una marea tra le transenne e un oceano fuori. Un clima perfetto. Un rettilineo di 4 km e mezzo. Una velocità troppo alta per arrivare alla fine. Gente di ogni tipo in gara ad applaudire. Grida di incitamento, di riconoscimento, di stupore, di saluto. Trovare un ritmo consono alle proprie possibilità. Tranquilizzare il passo, il respiro, la mente e correre. Arrivare al 21esimo ed invidiare un po' quelli che finiscono tra pochi metri. Pensare che c'è ne saranno altrettanti da fare. Ritrovarsi di colpo in quattro gatti, ma con la gente a bordo strada che non molla. Proprio come te. E allora andare, andare. Battere il cinque ai bambini che ti tendono la mano sperando. Scoprirsi a sorridere quando ti giungono i numerosi "Bravo Batman" e capire di aver scelto la maglietta giusta. Fermarsi a fare pipì. Andare un po' in crisi nel tranello dei saliscendi dal trentesimo al trentasettesimo. Capire che li dovranno affrontare tutti. Ma con questo pubblico si può. Noi siamo ancora qui a correre dopo tre ore, ma loro sono ancora lì a bordo strada ad incitarci con il freddo che fa. Le famiglie, con i vecchi, i bambini e i cani. Sono lì anche a ora di pranzo. Bravi. Vedere il cartello dei 42 e un concorrente che si arrende. Incoraggiarlo ad andare che è quasi fatta. Vederlo scuotere il capo e capire che ha finito il carburante, forse dovevi mangiare qualcosa. Sentire le gambe sempre più dure. Pensare che dal 21esimo non ti ha sorpassato nessuno. Allora sei andato bene. Arrivare all'ultimo chilometro e passare gli ultimi due. Salire su tappeto degli ultimi cento metri con il sorriso che ti riempie la faccia. Passare il traguardo e alzare le braccia come fossi il primo. Dimenticarsi di stoppare il garmin. Vedere il mega tabellone con su scritto il tuo nome seguito dai numeri 3:05:13. Capire che sei andato bene, che stai bene e che hai fatto bene a venire fino qui. Sentire un voce che chiama papà e vedere tuo figlio che agita le braccia per farsi vedere, che è lì che ti aspetta, che lo sapeva che c'è l'avresti fatta. Questa è felicità. Questa è stata la mia Maratona di Ljubljana.

ALESSIO MILANI - 1h13'20" 
L'aria che si respira a Ljubljana è quella delle grandi manifestazioni: al sabato la città è già invasa dalle gare dei giovani, il padiglione allestito per la distribuzione dei pettorali è stracolmo di gente e pieno di stand di ogni tipo....scarpe, vestiti, integratori, animazioni....e chi più ne ha più ne metta. La città è già tutta transennata per la gara che prenderà il via l'indomani mattina e la zona d'arrivo è presidiata dagli steward. La mia unica preoccupazione è capire come si svolge la partenza, in quanto so che lo start verrà dato in più scaglioni e che verranno predisposte delle gabbie in base al tempo degli atleti. Inoltre, sono un po' preoccupato perché ho saputo che l'ingresso alle gabbie è consentito sino ad un orario prestabilito, oltre il quale si rischia di restare fuori e passare al gruppo successivo. Tutto va secondo programma e prima delle 10 sono già pronto all'interno della mia gabbia: un po' prestino considerando che la partenza è prevista alle 10.30. Da sottolineare che a quest'ora il termometro segna 7 gradi e tutto ciò alla fine condizionerà non poco la mia prestazione, che nonostante tutto reputo assolutamente positiva: sono rimasto fermo troppo a lungo e ho avuto la sensazione di essere partito per la maratonina a freddo. Comunque la gara va bene, parto subito deciso pur non avendo grossi punti di riferimento, anche perché gli atleti di maratona e maratonina sono partiti assieme e attorno a me ho persone che vanno a ritmi molto diversi. Dopo un km, però, spunta Giovanni Iommi e, una volta individuato, mi attacco a lui consapevole di poter tenere il suo ritmo, che si rileva costante e abbastanza sostenuto. Tutto procede perfettamente sino al 12^ km, quando un atleta sloveno prende l'iniziativa e prova a dettar legge, io provo a tenergli testa ma pian piano mi stacco e via via tutto il gruppo si sgretola, complici anche gli svariati sali e scendi che non permettono di tenere il ritmo elevato. La gara prosegue senza grossi sussulti e io vado per la mia strada, anche se nel finale arrivo stanco e non riesco a cambiare passo per cercare di prendere gli atleti che mi precedono. Infatti, giungiamo al traguardo nel giro di una manciata di secondi...per quanto mi riguarda, comunque, l'ottavo posto assoluto mi gratifica, il tempo di 1 h 13'20" è ben lontano dal mio personale ma, considerando le difficoltà logistiche della partenza, la bassa temperatura e gli svariati sali scendi posso ritenermi più che soddisfatto. Tra l'altro, 2^ posto di categoria e 2^ posto nella classifica del Trofeo Alpe Adria che comprendeva le tre Mezze Maratone di Trieste, Klagenfurt e Ljubljana.