giovedì 30 ottobre 2014

NEW YORK CITY MARATHON 2014: MINOZZI VOLA NEGLI STATES

MONFALCONE - Mancano ormai solo tre giorni al via della più importante Maratona del mondo, ovvero quella di New York che anche quest'anno dovrebbe abbattere nuovamente il precedente record di iscrizioni, risalente alla scorsa edizione, portandolo a oltre 50.000 iscritti!!
Due anni dopo la sfortunata apparizione di Francesco Vozza (gara annullata causa maltempo due giorni prima....PAZZESCO!!), i nostri colori ritornano nuovamente a solcare il suolo americano, questa volta con Flavio Minozzi, che sarà al via della gara, che partirà come di consueto da Verrazzano Bridge.
Ricordiamo che Flavio (salvo clamorosi impendimenti dell'ultimo momento) sarà il nostro terzo atleta a partecipare a questa Maratona dopo che nel 2008, Roberto Collovati e Debora Doz (fortunati vincitori di un concorso a premi) corsero, concludendola, la loro prima maratona in carriera!!
Da parte di tutta la squadra Master e della società un grosso in bocca al lupo per quella che posso definire la più bella esperienza mai vissuta nel mondo delle corse su strada!!

sabato 25 ottobre 2014

ULTIMA PROVA DEL TROFEO PROVINCIA DI TRIESTE, SU E ZO PEI CLANZ: BRAVI COLLOVATI E ANTONI

BAGNOLI DELLA ROSANDRA - Si è disputata domenica 19 ottobre, con partenza e arrivo presso lo stabilimento Wartsila di Bagnoli della Rosandra, la decima ed ultima tappa del Trofeo Provincia di Trieste 2014. La gara, una corsa di 9,1 km quasi tutta su terreno carsico ondulato, nella zona che sovrasta lo stabilimento della Wartisla, ha visto al via "solo" 2 nostri atleti: Roberto Collovati tra gli uomini e Alessandra Antoni tra le donne (nella foto);
Roberto, sempre sorretto da uno stato di forma che continua a essere costante ormai dal mese di giugno, ha concluso soddisfattissimo, al 44° posto assoluto (7° nella categoria SM35) con il tempo di 37'56" concludendo al decimo posto di categoria (ancora da confermare) il suo Trofeo 2014, in cui ha mostrato evidenti miglioramenti, soprattutto nelle gare con saliscendi, suo vero tallone d'achille da sempre.
Per Alessandra invece, ennesima prova maiuscola (dopo quelle di Udine, Aurisina Generali e Aurisina mezza) con un 9° posto assoluto tra le donne e il sesto successo di tappa nella categoria SF, grazie al tempo finale di 41'05"!! Grazie a questi risultati e ai notevoli miglioramenti raggiunti nel corso di questa stagione, Alessandra si prende la soddisfazione di conquistare il suo primo Trofeo di categoria, nonostante avesse deciso di iniziare questa avventura nel Trofeo 2014 solo dalla terza gara!!
Bilancio finale comunque soddisfacente per la nostra società che, partita con 9 iscritti a questo Trofeo, ha purtroppo perso per strada causa infortuni vari ben quattro atleti Massimiliano Fazio, Gaetano Scognamiglio, Marco Mansutti e Debora Doz (davvero una maledizione!!), ritrovandosi nella seconda parte di stagione, dopo la pausa estiva, con soli cinque atleti al via delle restanti gare; tra questi segnaliamo l'ottima prova di Francesca Fazio, giunta quarta nella categoria SF40...BRAVA!!

L'OTTAVA EDIZIONE DELL'ECOMARATONA DEL CHIANTI RACCONTATA DAI NOSTRI ATLETI AL VIA

CASTELNUOVO BERARDENGA (SI) - Si è disputata domenica 19 ottobre, in provincia di Siena, l'ottava edizione dell'Ecomaratona del Chianti; quattro i nostri atleti presenti (nella foto a sinistra).
Qui di seguito il racconto della loro esperienza:





MAURIZIO VARDABASSO (1h47'15")
La mia gara è trascorsa per la prima metà senza grossi problemi, ma dal 10 km sono riapparsi i soliti dolori ad entrambe le ginocchia, peggiori del previsto, che mi hanno seguito fino all'arrivo, arrecandomi enorme sofferenza, soprattutto nel finale di gara. Mi sono comunque classificato 224esimo su 880 atleti arrivati.

FLAVIO MINOZZI (1h55'15")
Qualche tempo fa, mi venne proposto di fare questa gara, al di fuori del territorio regionale, un po' per testare la mia reale condizione fisica, un po' per visitare nuove zone (Toscana), sebbene io sia un soggetto che apprezza di più l'asfalto. La domenica mattina per le 09:30 è fissato lo start, di questa gara che precede il passaggio su 18 km in mezzo alle colline toscane, della bellezza di circa 900 atleti.. Mille pensieri si affacciano nella mia mente ma quello più importante è quello di andare via tranquillo senza forzare e quindi decido che il mio ritmo sarà quello di maratona (5-5,10 al km)... I primi due km, che ricordano un po' le gare del trofeo cross delle nostre parti, scorrono tranquille ma la sorpresa giunge al 2 km quando si presenta una bella salita di quasi 2 km che, definire impegnativa quella della rocca di Monfalcone fa venire il sorriso. Da li dopo aver scollinato si inizia una lenta ma inesorabile discesa, intervallata comunque da brevi tratti un po' pendenti, che ci fanno apprezzare le colline toscane, nonché gli ulivi e le vigne; è questo poi il bello delle corse a piedi poter gustare ciò che ci circonda... Tutto fila liscio fino grosso modo al 11 km – 12 km dove inizia a farsi sentire il caldo e l'umidità ma convinto delle mie forze e dall'aiuto psicologico dell'amico Scognamiglio Gaetano, MAI MOLAR, vado avanti... L'andamento risulta pressochè collinare, tipico quasi del nostro Carso ma mai mi sarei pensato di dover affrontare un altro rampone tosto... Infatti al 16 km dopo aver passato un piccolo torrentello, mi si presenta l'ultimo e terrificante rampone...Beh che dire ne ho fatti 16 me ne mancano due si va avanti...rallentando e quindi camminando affronto questo ultimo impegno..che mi porta verso il traguardo. L'ultimo km lo affronto con più velocità convinto comunque che sto facendo una buona gara....Alla fine passo il traguardo è vedo li stampato 1.55.15. Sulle prime il mio morale è un po' sottotono per la prestazione ma pian pianino inizia a farsi vedere un briciolo di soddisfazione, che dopo un'ora (all'atto della visione delle classifica) mi rende estremamente felice... stampato li 345° arrivato su 879 classificati. Per uno che è abituato a correre sull'asfalto con l'obiettivo più importante alle porte questo è un signor risultato....

FRANCESCA FAZIO  (1h58'08")
Percorso tipico del trail, da subito salita impegnativa fino al quinto km, poi vari sali e scendi immersi nelle colline con parecchio fango. ultimi 3 km con salita durissima. L'arrivo quest'anno è stato modificato e allungato di 500m per un totale di 18,3 km.
La mia gara è cominciata bene, sono partita con un buon ritmo, ma al 12° km, nel tratto in discesa, non riuscivo a correre come di solito mi capita in questi tratti (cosa che mi sarebbe piaciuta), molto probabilmente per le difficoltà incontrate nella prima parte di gara e la stanchezza accumulata. Il trail non è il mio terreno ideale, sono però pienamente soddisfatta del mio risultato finale, 50esima donna classificata su 251 iscritte e 395esima in totale su 880 arrivati.

RENATA MEDELIN (3h09'09")
Iscritta al trail di 18 km, anzichè alla 11km, perchè alloggiavamo nel borgo della partenza.
Arrivata con un paio di Fiasp di 12 km sul Carso e niente più, completamente fuori allenamento.
Decisa ad arrivare fino alla fine con i miei tempi, che conosco, godendomi il panorama e scattando qualche foto. Mi sono accorta poi, riguardandole, che non ne ho fatte sui tratti finali del percorso....evidentemente la fatica si è fatta sentire.
La giornata è praticamente estiva, raccomandano di bere ai ristori, il cielo blu e le vigne dorate fanno da sfondo a tutto il percorso. I primi 7 km sono volati in compagnia di chi, come me, se l'è presa comoda. Salite impervie che ti portano a panorami meravigliosi e discese tutte da correre facendo attenzione a...non farti prendere dalla gamba.
Beh, che dire....ce l'ho fatta!!!! La compagnia di Ivano, 60enne pisano e di Anna Maria e Virginia, abruzzesi, è stata fondamentale. 
All'arrivo sulla strada l'emozione è incontenibile. Quando vedi i tuoi amici, ormai già stufi di essere arrivati, che ti incitano e si stupiscono nel constatare che non sei fra gli 80 ritirati, quando il gonfiabile segna che ci hai messo poco più di 3 ore (che se evitavi di fermarti a chiacchierare ai ristori saresti stata ben sotto a quel tempo), quando il pubblico, ancora in attesa del primo maratoneta, ti applaude,....beh....rimani senza parole.
Mi son divertita, mi son emozionata....
....ma ancora non capisco perchè i miei compagni di viaggio mi hanno tanto elogiata per aver finito quest'avventura.....evidentemente non sanno con chi hanno a che fare! ;)

Sotto alcune immagini, degli splendidi paessaggi attraversati dai nostri atleti......




LA 100 MIGLIA DEI MAGREDI: IL RACCONTO DEL NOSTRO MICHELE PIATTO

Il giorno prima esco dalla fabbrica, mi siedo sotto un cespuglio e osservo il pane, le lenticchie ed i pomodori che mi ero portato da casa. Appoggio il caffè a terra, me ne voglio stare un po’ da solo ed in silenzio.
Penso alla gara che mi aspetta. 100 miglia, si chiama 100 miglia ed in italiano si traduce in 160 chilometri…in montagna, di notte, di giorno, di notte. Sono previsti 7800 metri di dislivello, 7800 su e 7800 giù. E non mi spaventano. E vorrei farli subito, per evitare di dover passare un’altra notte rigirandomi sul letto… pensando. Il meteo è buono e guardo il Carso, guardo a nord.
Tempo magnifico per correre.
Il San Michele è là, lo osservo con calma. Monte di morte per molti, per me è allenamento, ne ho rispetto e lui mi restituisce forza.
Sono già le 18:00 e siamo sulla linea di partenza. “Sogna in grande e osa fallire”. Sento lo sparo, e partiamo.
In un baleno usciamo da Vivaro ed entriamo in campagna. E subito dopo entriamo nei Magredi. I luoghi mi sono famigliari, ci sono stato a giugno in questi posti, faceva molto caldo, era un’altra cosa. Guardo attorno a me. Il tempo si ferma e mi rendo conto della fortuna che mi è capitata.
Tommaso mi ha chiamato martedì: “Vuoi il pettorale per la MMT100? Sono reduce del Tor e del Trail degli Eroi e le mie ernie chiedono un’attimo di rispetto e pace”. Ho accettato, irrazionalmente ho ascoltato il mio IO , quello che ho dentro, Lui sapeva che potevo farcela. Tommaso: “che ritmo tieni in una 80 in piano?”
Io: “mai fatta, il mio massimo è stata la Cormorultra di 3 anni fa”. Ma non voglio dire di più, magari Tommaso cambia idea. Sono sereno anche se non sono mai riuscito a correre in Luglio ed Agosto, era già tanto riuscire a mangiare e dormire… la separazione da Cristina è stata molto pesante. È stata dura, non voglio pensarci.
Irrazionalmente ho accettato perché sapevo che la possibilità di farcela era dentro di me. Il mio spirito primordiale me lo diceva, semplice no? Mi guardo attorno, steppa. A nord le montagne. Adoro questi posti. Sono fortunato e mi sento sereno… e felice. La corsa è lenta e mai faticosa.
Dentro di me riecheggiano i Litfiba, Vento: “Sono libeeroo, come il ventoo! Libeeroo!” Canto, dentro me. E ancora penso a Giovanni Lindo Ferretti: “a volte l’infelicità può essere preziosa” ed è vero, l’infelicità dei mesi precedenti mi ha spinto qua…
Si viaggia con le gambe, con la mente. Mi ritrovo a correre nel buio, il sole ci ha lasciati da un po’. Tardo l’accensione della frontale il più possibile, mi piace così tanto quel momento eterno in cui gli occhi si abituano all’oscurità, sembra di essere dei piccoli animali indifesi di fronte al cielo, sempre più scuro.
Arriviamo sul Cellina e lì mi ricordo di Maurizio che mi aveva detto quella cosa del sasso tondo. Lo cerco, sul greto del fiume asciutto da sempre. Deve essere abbastanza piccolo da stare in bocca e devo “sentirlo”. Mi fermo e lo cerco. Molti mi sorpassano, forse pensano che abbia perso qualcosa. Alla fine lo trovo. Un sasso tondo, piccolo ed energetico. Me lo guardo, lo metto in bocca e allargo le braccia, mi servirà per mettermi in sintonia con l’ambiente circostante ed in effetti così sarà.
Prima rampa, vado su, è ripida. Arrivo al ristoro, c’è Raffaella, non sapevo della sua presenza ed è bello che sia rimasta ad aspettarmi. La vedo un po’ preoccupata, forse pensa che sia in coda al gruppo per le mie difficoltà. In verità sto controllando, devo arrivare a Piancavallo riposato e non stanco.
È uno dei consigli che Tommaso mi ha dato, assieme a indicazioni su come e cosa mangiare e su come affrontare una possibile crisi: “Avrai delle crisi, forse, siediti. Rilassati e se devi mollare individua un punto preciso, più avanti in cui farlo: tipo tra due Control Point. Quando sei lì fatti una domanda: Vuoi ancora mollare? Non riesci a farne ancora un paio? La gente che abbandona crolla, dice Basta! Rompi quel meccanismo negativo, dai al tuo cervello la possibilità di modificare il pattern: questo lo fai allontanando l’uscita….Allontanandola all’infinito ma in tratti ben definiti e misurabili. Inganna il tuo cervello!”, Tommaso mi ha regalato ben più che un pettorale.
La sosta al ristoro è essenziale, mangio delle mandorle, saluto e riparto. C’è una salita e poi una lunga discesa non segnalata dalla mappa… Ma è balisata, per cui siamo ancora sul percorso, non vi sono dubbi. Le persone che sono davanti a me non mi piacciono, sento il loro respiro aggressivo ed affannato e le passo, fino ad accodarmi con due corridori che invece avverto come piacevoli.
Parlano di lavoro, ad Oslo, a Trieste, e precedenti 100 miglia… compagnia piacevole, il tempo scorre… Arriviamo in costa alla montagna. Alla nostra sinistra c’è tutta la pianura friulana. Mille luci tremolanti per l’aria umida e calda che sale nella notte blù. Silenzio interrotto solo da qualche rumore che arriva dalle valli. Non si capisce perché certi rumori siano così chiari mentre altri appaiono indistinti.
Comunque, grande pace interiore.
Il rumore dell’erba nelle mie gambe, la luna appena appena. Arriva un altro ristoro, mangio delle
mandorle, troppe, e bevo acqua, fredda. Riparto un po’ confuso, non va bene. Ascolto il mio corpo, le mandorle e l’acqua fredda non sono state una buona scelta, mi fermo e metto la giacca. Guai a prendere una congestione. Rallento per un po’, devo rimettermi in sento. Passa un oretta e ritorno a posto, per fortuna ho saputo ascoltarmi.
Gioco con la lingua ed il sasso tondo ma … mi cade dalla bocca, in mezzo all’erba. Va bene, penso che sia giusto così, mi ha aiutato fino a quando poteva. Ne prenderò un altro quando sarà il momento.
Arriviamo a Piancavallo che sto bene. Poca fatica, qualche metro ed arriviamo alla prima base vita. Una bella baita. Fuori sono 6 gradi, dentro il tepore e cibo e umanità… Mangio di tutto, sto una favola. Felice, riparto cercando le balise che sono un po’ scarne in questo punto, ma sicuramente perché sono state portate via da qualche bipede, l’organizzazione fino ad ora è stata perfetta, vorrei abbracciarli ad uno ad uno, i volontari. In breve ritrovo la via. Adesso per un po’ si cammina e si corre in una grande strada sterrata in mezzo al bosco.
Passa il tempo, bevo, mangiucchio. Ad un certo punto avverto più forte che mai il silenzio del bosco. Mi fermo, spengo la frontale ed ascolto. Silenzio, gli occhi si allargano e si muovono senza far rumore. C’è la luna giusto dietro i pini scuri a est. Si avverte forte e chiara la notte.
La notte.
Ci sono dei momenti che durano molto più di un momento. Questo è uno di quelli. Poi, capisco che è ora di ripartire. Arrivo ad un ristoro dove mi scaldo con un the. I ragazzi sono super gentili. Chiedo notizie sulla truppa, i primi sono passati ore prima. Onore al merito, ognuno al suo posto in questo mondo. Scendo rapido per una specie di scarpata terrosa. Le Cascadia non ce la fanno più, le suole sono dure, un passante dei lacci cede, dovrò cambiarle all’ottantesimo. Nessun problema, una vescica in più non ammazzerà nessuno. Arrivo al ristoro del 55esimo, sono sereno e tranquillo. Arrivo e trovo Raffaella. È un angelo ad aspettarmi.
Là vedo Enrico, si è ritirato, evidentemente non è giornata per lui. C’è anche Ezio, fermo con gli occhi bassi, capisco che la sua gara è finita qua. Mi aveva preso per il culo alla partenza perché non avevo neanche fatto in tempo ad acquistare i bastoncini, tanto la partenza era last minute. Potrei tornare la battuta…ma sarebbe cattiveria. Mi spiace vederlo fermo, leggo i suoi occhi un po’ tristi e capisco che mollare è sempre una sconfitta. Ci saranno altre occasioni. Riparto con buona lena.
Discesa ed arriviamo a Maniago che sto bene. Arrivo canticchiando, Raffaella sorride. Mi fermo ai servizi del ristoro, mangio e bevo. Ripenso a quando sono venuto qualche anno prima in quel teatro lì difronte, ad ascoltare Paolini. E poi penso ai tornei di scacchi che si fanno nel circolo lì dietro.
Michele Piatto
Si riparte subito per una salita molto ripida, mantengo un ritmo un po’ più vivace di prima ed in breve scolliniamo. Una bellezza, alba e montagne nello sfondo. Sto benone. Ringrazio mentalmente. Si corricchia nell’erba, per fortuna ho messo last second le calze alte. Non so perché l’ho fatto, io che corro sempre con le calze basse, ma è stata la scelta giusta.
Evito il massaggio delle ortiche, evito lo struscio dell’erba umida. Piccole cose che fanno la differenza. I chilometri che seguono li faccio come in tranche, senza sapere dove sono, senza coscienza “esterna” ai pensieri del momento. Il corpo va avanti quasi da solo in modo meccanico ed automatico.
E’ come se fossi in autostrada con la macchina che avanza senza curarsi della velocità o distanza percorsa. Il ritmo è tranquillo ed ad certo punto mi ritrovo a Poffabro, metà gara.
Sento un po’ la stanchezza ma quella giusta. Ho già superato il mio massimo chilometraggio, il motore funziona a bassi giri e tutto va bene. Ho fame. C’è la pasta al ragù che mi guarda, mi faccio ammaliare. Mangio. E vicino ci mangio il salmone che mi ero portato da casa. Cambio le scarpe, metto le Pegasus che, sofferenti, perderanno anche loro qualche pezzo di suola per strada. Mi asciugo e riparto.
La scelta del pasto è stato un errore (come d’altronde sapeva la mia testa ma non la mia gola) e vado incontro a due ore di passeggiata. Di correre non se ne parla. Aspetto fiducioso di digerire il malloppo fino al centesimo km più o meno.
Il garmin è già passato a miglior vita, ha un’autonomia minore di un essere umano.. penso e sorrido.
Al centesimo c’è una specie di km verticale, un dislivello di 1100 metri in tre km. Lo affronto con rispetto. È mezzogiorno e fa caldo, sudo copiosamente. Il sentiero sale e io con lui. Non mi scompongo, so che è dura ma lo è per tutti. Il primo è passato qui cinque ore fa. Mito. Si scollina e si corricchia in cresta fino ad arrivare alla baita con il ristoro. Una bella baita rifugio.
Dentro c’è di tutto, del salame mi guarda, tentatore, ma non mi faccio fregare ancora, in un’altra occasione lo avrei fatto fuori tutto e amen per i brufoli.
Sgranocchio le cose mie e sto al caldo del caminetto a godermi le persone, gli occhi, le mani, i gesti. Che bello.
Uomini in silenzio, l’aria è densa di rispetto. Riparto in discesa con un gruppetto che mi farà compagnia per un po’. Alla fine arrivo al Lago del Ciul e lì ritrovo Raffaella e Marco. Che gioia vederli. Corricchio con loro, sto bene.
Mi dicono che sto risalendo la classifica, ero 90esimo, poi 40esimo adesso sono tra i primi 30. Faccio la mia gara, questa arriva dopo l’avventura, ma mi piace prendere posizioni. Magnifico. Mangiucchio, li saluto.
Voglio riprendere il gruppetto di prima e corro con un buon ritmo. Appena li trovo mi accodo e cammino. Forse potrei osare a correre ancora, ma è la mia prima ultra, forse è meglio volare basso… Entriamo in galleria e giochiamo a evitare le pozzanghere. Arriviamo ad un ristoro e subito si riparte in discesa.
È più forte di me, allungo il passo e corro con un buon ritmo, il gruppetto rimane dietro. Prendo altri due corridori e quasi vorrei accodarmi per ri-respirare un attimo… non se ne parla, mi vogliono davanti. Li passo ed allungo. Comincio ad essere stanco, ma mentalmente sto bene.
Penso che mancano solo 50 km, sembrano tanti ma so che arriverò. Solo un infortunio potrà fermarmi.
Tramonti di sotto, 123esimo km.
C’è Cudin che serve la pasta. Avverto la serenità dell’uomo, gli chiedo consigli nutrizionali, è super gentile e mi risponde con calma, con passione.
Riparto, ma le gambe sono dure, di colpo. Che strano… Vado avanti pensando alle mie cose ed ad un certo punto capisco che non ci sono balise. C’è un bivio. Non ci sono balise. Ergo, sono sulla strada sbagliata.. Ufh. Va beh, torniamo su, correndo, in salita, con rabbia. Ritrovo la via e cammino. Oramai devo gestire le forze. Penso a Maurizio, penso alle corse sul Carso, al San Michele, penso alle mie api, faccio passare il tempo.
Di colpo arriva nuovamente. La notte. La seconda notte in giro per boschi.
Case sonnacchiose, animali nascosti. Si sente solo qualche verso di uccello. Cammino ed arrivo ad un ristoro, oramai riconosco la sagoma di Raffaella che anche lei è emozionata dal tempo passato, dalla fatica, dal sonno che però non può fermarmi. Mi aspetta. Ripropongo urlando il buon vecchio Pavarotti: “all’alba vincerò, vincerò, vinceeròò…!” ma sono le 8/9 di sera… Momenti di incredula ilarità, ma anche serenità. Che bel ristoro, tutto così umano, una vecchia casa di montagna, in pietra, un armadio ad angolo, un pavimento in cotto veneziano. Mangio e sorrido.
La stanchezza è presente ma oramai mancano un 30km e so che arrivo, che Vivaro è lì, vicino, per cui… felicità!
Me la gusto, me la godo. Riparto bello carico, gambe stanche ma cuore forte. Rimane da scendere le montagne prima dei Magredi, lo faccio veloce. I piedi soffrono le vesciche e le gambe sono in acido lattico ma è la noia la parte più dura, sono da solo da molto tempo e vorrei compagnia, una buona compagnia. Guardo il cielo e le ombre. Bello.
Trovo un ristoro e subito dopo è l’ora dei Magredi, della pietraia. Voglio compagnia, chiamo Maurizio e lo gaso, sto per arrivare, gli dico che sono stanco ma non mollerò. Lui sa che arriverò, io pure. Chiamo Cristina per dirle cosa sto facendo. Chiudo subito le chiamate, ho poca batteria, so che anche loro sono con me e con i miei sforzi. Sui Magredi siamo in tanti!
Mi fermo e cerco un sasso tondo. Non trovo quello giusto ma vedo un arbusto secco e mi metto a cercare sotto, tra le sue radici. Sì, lo trovo, un bel seme, energetico. Lo osservo e lo metto in bocca. Ritrovo vigore e riparto lento a camminare, che manca ancora un po’.
Cammino nella notte in un fiume in secca, un sabato sera un po’ diverso dal solito… Di colpo arrivano anche loro, le allucinazioni. Mentre cammino osservo le strisce bianche e rosse dei segnali del percorso, si muovono con la scarna aria della notte e subito dopo si trasformano in un uomo che si agita.
A destra invece vedo i rami di un arbusto secco muoversi e divenire braccia di persone, di bambini che si contorcono. Ma non ho paura, la mia parte cosciente osserva e registra, sono in una fase tra la veglia ed il sonno, due personalità che convivono. Sorrido. Avventura piena, non manca nulla! Oramai mancheranno solo 6/7 km…
Mi chiama Raffaella: mi verrà incontro per fare l’ultimo pezzo assieme. Bene, avrò compagnia. Sono abbastanza stanco e di correre non se ne parla nemmeno, si che il fondo è piatto e non ci sarebbero problemi in altre occasioni… Avanzo a fatica. Devo fare la pipi e non mi sposto nemmeno dal centro del percorso.
Mi fermo e mi guardo attorno. Non ci posso credere! Da dietro vedo arrivare una luce fioca sobbalzante… La frontale di uno dietro! Uno che vuole farmi le scarpe! A pochi km dalla fine… Non se ne parla, mi sistemo e riparto correndo. Non mollerò, riparto con una velocità inaspettata.
Dopo un 3/4 km trovo Raffaella che incredula mi chiede perché corro, non ero distrutto? Le spiego cosa sta succedendo, sorridiamo e assieme avanziamo con un ottimo ritmo, la luce alle nostre spalle si affievolisce fino a sparire, ma oramai non si molla, dobbiamo arrivare a Vivaro correndo!
Ed arriva l’asfalto degli ultimi 2 km, e sento la gioia arrivarmi addosso, sopra tutta l’emozione degli ultimi due giorni.
Il gonfiabile dell’arrivo è lì e ci passo sotto e mi fermo, dopo trenta ore, mi fermo.


Il giorno dopo esco dalla fabbrica e mi siedo sotto un cespuglio, appoggio per terra il pane ed il salmone avanzato dai ristori.
Guardo il San Michele, c’è un bel sole tiepido. Sorseggio il caffè e penso a Tommaso che mi diceva che dopo una 100 miglia la tua vita cambia. Credo sia vero, non lo so perché, ma credo sia così. Sono svuotato da inutili preoccupazioni.
Guardo il San Michele.
TRATTO DAL BLOG DI DAVIDE ZUGNA

MARATONA DELLE CITTA' DEL VINO: IL RACCONTO DEL NOSTRO GIULIO COMAR

Fatta la maratona fino in fondo, una bella soddisfazione....Come mi anticipavi tu, gara piuttosto solitaria per via dei pochi iscritti. Bella la prima metà  fra vigneti e colline, seconda metà piatta e noiosetta. Il tutto condito da continui falsi piani che un pò disturbano. Sono proprio contento di avere fatto sta maratona così non ho più dubbi: trail e skyrace tutta la vita!!
Partenza: mancano 3 minuti e sono ancora a 500m dalla linea. Bene così, non serve innervosirsi sulla griglia.
Partiti, il gruppo esce lentamente, così mi piace. Non mi sono neanche scaldato per essere sicuro di iniziare piano.

Km 2 si esce da Corno, la vista si apre sulle montagne: cielo azzurro, aria fresca, paesaggio bucolico,  tutto troppo perfetto...infatti mi si spegne il Garmin! Ultima lettura 5min e 20sec...ok
Km 3 un gruppo di ragazze racconta storielle divertenti sulla corsa, questo potrebbe essere un buon partito per agganciarsi...no sono troppo veloci, bye bye ladies.
Fino al km 19  strada splendida ai piedi delle colline. Vigne e boschetti, colori spettacolari. Purtroppo ci sono anche i saliscendi, tratti di lunga lieve salita ma anche un paio di “scalini”. Me la prendo comoda, troppo comoda. Davanti a me già non c’é nessuno. Con me ci sono un paio di tizi, ma sembrano addirittura più  lenti...
Fino al km 30 sono da solo. Usciti da Cividale inizia la noia. Strada piatta in mezzo ai campi, erba e mais. Mi sento bene ma la temperatura è salita parecchio, niente brezza e niente ombra. Nessun pensiero, senza GPS il pilota automatico è piacevolissimo, non mi sfiora nemmeno la curiosità di sapere a quanto vado. Ascolto un pò le ginocchia, un pò le caviglie, lento e bene.
Fino al Km 35 fase eroica. “Piano uomo, vai piano” mi ripeto come un mantra. L’andatura lenta  mi fa dolere le ginocchia. Ho l’impressione di correre contratto e non stendere la falcata. Ai ristori mi bagno le ginocchia davanti e dietro, qualche secondo di stretching e sembra vada subito meglio. Mi dico che al Km 37 mollo il freno e giù a tutta, vada come vada. Ogni Km passo qualcuno... scoppiano come palloncini al sole. Qualcuno si ferma qualcuno cammina, li riconosco all’orizzonte poi li raggiungo...arrancano. Mi faccio qualche domanda: sono io il prossimo?
A Buttrio suonano le campane, sto correndo da 3 ore. La strada sale lievemente, di  nuovo. Questa è già la distanza + lunga che abbia mai corso!!!!....qualcuno ha scritto sull’asfalto “molla!”.
Km 37, rettilineo infinito. Ho cambiato idea, adesso ho fifa. Il quadricipite sx mi sta dicendo qualcosa, sarà mica un crampo! Cerco di rilassarmi, sciolgo le caviglie, cambio la postura ed il modo in cui metto il piede a terra.
Km 39, sono cotto! Dov’è il prossimo ristoro? C’è un prossimo ristoro? Chiedo ad uno della protezione civile e mi risponde “Vai vai che c’è il ristoro anche al 42esimo!” Simpatico!
Cerco di accelerare un pò, allungo la falcata per togliere la fastidiosa sensazione alle ginocchia, è dura ma aiuta. Il problema è che non riesco a stare concentrato e se non faccio attenzione dopo pochi metri rallento di nuovo. Caldo caldissimo!
Km 40, sorpasso ancora gente. Soffro e sono confuso, ho perso lucidità però è fatta, oramai non mi fermo più! Cambio continuamente ritmo, la testa è stanca,  il corpo è stanco...tutto è dilatato, il km diventa interminabile i minuti durano una infinità.
Curva a dx, ecco l’arrivo. Lo speaker annuncia il mio nome....che sensazione!!!
Mi butto nell’erba, tolgo le scarpe e piango un pò.
4h07'50"
Giulio Comar

KRK ISLAND TRAIL

KRK - Dal nostro inviato Nicola Galopin

Domenica 18 ottobre nella splendida isola di Krk in Croazia si è disputato lo splendido Encian Krk Trek Trail. Al via della gara ben 5 nostri atleti...Michele Piatto ed Eddy Bonato nel 'Ultra 50k' (foto a sinistra) mentre nella 25k al via si sono presentati Moreno Gasser, Marco Mansutti e Nicola Galopin (foto a destra). La splendida giornata ha accompagnato tutti gli atleti lungo il durissimo percorso. Il più bravo di giornata senza ombra di dubbio Michele Piatto, capace di terminare la Ultra 50 in 6° posizione assoluta con il tempo finale 5h48'34"; per Eddy Bonato invece un ritiro..non un ritiro amaro però..Eddy si è presentato al via senza la preparazione necessaria a portare a termine una gara così lunga e così, saggia è risultata la sua decisione di fermarsi anzitempo, attorno al 20esimo km, dopo quasi 4 ore di fatica. Nella 25k il migliore è stato Moreno Gasser..partito con tutta la intenzione di tenere il piede sull'acceleratore dall'inizio alla fine, è stato davvero bravo a tenere duro anche quando verso il 18esimo km una profonda crisi lo ha costretto a rallentare un po..per lui una fantastica 11esima posizione assoluta con il tempo di 2h54'11" primo italiano al traguardo!! Diverso lo spirito con il quale hanno preso parte alla gara Marco Mansutti e Nicola Galopin...per entrambi non c'erano record da battere, avversari da superare..soltanto una bella corsa immersi nel silenzioso paesaggio 'lunare', offerto dall'isola. In ogni caso performance di tutto rispetto..per Nicola Galopin 41esima posizione con il tempo di 3h36'36" mentre per Marco Mansutti 61esima posizione con il tempo di 3h45'58".

Sotto alcune immagini, degli splendidi paessaggi, attraversati dai nostri atleti......






INTERNATIONAL SKYRACE CARNIA A PALUZZA - IL RACCONTO DEL NOSTRO GIULIO COMAR

Arriviamo la sera prima a Paluzza, ci sono dei camper parcheggiati vicino il fiume in uno spiazzo di ghiaia.
Troviamo un posto e ci fermiamo, diluvia ma per domani le previsioni sono migliori. Si cena e metto tutti a nanna poi preparo la roba per la mattina dopo: prendo in mano le cose tre volte per poi rimetterle dov’erano fin dal principio, meglio lasciar perdere ed andare a nanna.
A mezzanotte arrivano altre macchine, qualcuno dorme in furgone altri hanno la tenda sul portapacchi. Bello ma fino ad oltre mezzanotte non c’è pace.
Alle 2 mi svegliano degli urli...deve essere finita la partita, mannaggia a loro. Domani prima delle 7 devo essere in piedi.
La sveglia me la da alle 6 un tizio con un furgone carico di bibite, dobbiamo spostarci perchè siamo esattamente sulla piazzola di atterraggio dell’elicottero. Alè! metto in moto e mi sposto più all’interno fuori mano per fare in modo che il resto del popolo possa dormire.
Ma io che faccio? ho un sonno da matti ma non c’è verso di rimettermi giu. Vabbuò;  me ne sto buono sul divanetto per un pò, alle 6:45 inizio a mangiare qualcosa, poi caffè, prendo la roba ed alle 7.20 esco.
Non ci credo! è già pieno di gente! manca più di un’ora alla partenza e già fanno riscaldamento!!! Come se non bastase non rimangono sulla strada in falso piano ma attaccano anche la salita! Meglio non guardare.
Vado alla partenza e mi metto in fila per ritirare il pettorale. Osservo... stica che atletoni, tutti vestiti come guerrieri con fisici tirati come violini...
Appiccico il mio bel numero 60 sulla canottiera Fincantieri, infilo il chip sotto le calze e sono pronto, sono un guerriero anch’io! 
Banana poi acqua e sali e parto di corsetta per riscaldarmi...disastro: la giacca a vento nel marsupio dietro ballonzola mentre i sali e le barrette davanti, mi sbattono sulla panza.
Ma come fanno gli altri? Qualcuno furbamente ha la maglietta da ciclista con la tasca sul retro, altri tengono la giacca in mano, qualcuno la lega intorno alla vita.
La tolgo dal marsupio e la arrotolo in vita, poi tolgo una confezione di sali e me la bevo...anzi ci provo ma siccome non so che sono liquidi, e non in gel, finisce che me li verso addosso. Poco male meglio adesso che in gara.
Sono pronto, mancano 20', faccio avanti e indietro sul rettilineo di partenza, chiedo ad un  tizio con la maglia della Val Montanaia se si vede da dove passeremo dopo. Mi indica un crinale verde verso nord oltre il bosco, poi si scende oltre e si sale un pochino dopo c’è il passo etc etc.
Manca 10'. 
Ancora un giro fino al bosco, tanto per capire dove inizia la mulattiera poi indietro. Stretching nervoso e mi posiziono. Non davanti ma neanche indietro per non imbottigliarsi troppo all’inizio nel mucchio com'è successo a Telethon.
Smette la musica e parte lo speaker, chiede un urlo di incitamento...i primi lo scambiano per il  via e tagliano il nastro di slancio, FERMIIIII, cominciamo bene!
30" al via,
Che figo! Brividi freddi.
Partiti.
Tutti sul velluto, per davvero, finchè non finisce il tappeto ed è già
ora di bestemmie. Nel mucchio non si vedono in tempo i sassi e le buche, un po tutti inciampano e caracollano. Siamo sulla mulattiera ed è un bel andare, strada larga ed erbosa, pendenza minima, oro! Corro beato ma dura poco, primo tornante, secondo tornante ma poi saliscendi morbido. Tutto bene, anzi no. Non siamo neanche al terzo Km e la strada si ferma sul bordo del bosco. Sentiero stretto su morbidi aghi di pino nel fresco del bosco, favoloso, se non fosse per la pendenza. Non si corre più, si cammina a testa bassa, a volte serve attaccarsi ad un albero perchè il piede può scivolare. Durissima, forse quelli con i bastoncini hanno vita più facile? Qualcuno mi passa, poi rimango il capofila di un gruppetto, forse sono il tappo? No! nessuno vuol passare, silenzio e spingere. Sento male alle chiappe ed alla schiena, sono muscoli che in pianura non si usano e mi fa un po’ paura che così presto già si lamentino. Sbaglio sentiero un paio di volte nonostance ci siano cartelli ogni 10m, sono confuso dalla fatica, lo sguardo fisso sulla punta delle scarpe. Tutto sommato procedo decentemente, mi chiedo quando smetterà  di salire sto sentiero.
Finalmente si esce dal bosco, cielo azzurro che da sollievo ma la salita non molla. C’è una collinetta ed oltre un avvallamento, vedo il primo ristoro di Casera Collina Grande! Evvai, in discesa finalmente corro, poi ristoro, un sorso e via di slancio. Troppo di slancio! Il cuore a mille e mi gira fin un po’ la testa. Non me ne rendo conto ma la salita nel bosco non è stata uno scherzo. Rallento un filino e corro sulla mulattiera alla minima velocità possibile. Confronto al sentiero pare piatta ma so bene che non e possibile.
Tutto questo e siamo appena al 4° Km.
Alla curva si lascia la strada ed è di nuovo sentiero, si corre a tratti, dove c’è spazio a sufficenza ma poi, sorpresa, ecco la neve. Una lingua bianca scende dal crinale a sinistra ed il sentiero la attraversa. Si scivola ed affonda, mica facile, si rallenta ancora, guardo in alto e vedo Casera Plotta con il secondo ristoro. Bene allora non sono fermo!
Il tempo e bello ma coperto, fa freschino, prendo un thè e mi rimetto di corsetta. Si attraversa verso sinistra e tira un vento gelido. Tiro fuori la giacca e me la infilo cercando di non ribaltarmi. Chiudo la cerniera e prendo una barretta dal marsupio...che succede, non riesco a scartarla, continuo imperterrito e dopo un bel po c'è la faccio. Mastico. Neve, acqua di disgelo nelle scarpe, non c’è più il sentiero. Si sale dritti puntando la cima, mi aiuto con le mani aggrappandopi alle eriche. Mazza che freddo, ma sono matti!!!!!
In cima al crinale altro ristoro, la vista si spalanca su due valli e creste
rocciose,  spettacolo! Ma non sto bene, ho freddo e non sono lucido. Penso di farmi una barretta dal ristoro ma devo rinunciare. Ho le mani gelate e devo tenerle sotto le ascelle. Gambe fredde, vedo i mie passi lentissimi e faticosi. Cartello degli 8 km, mi dispero, sono sfinito. Dietro di me qualcuno urla “MAJ MOLA’!”, uno risponde “no moli mai, nancje cui cramps!”. Vorrei almeno pensarlo ma non ci credo, non posso pensare che c’è ancora due terzi di gara ed io mi sento così svuotato come poche volte prima in vita mia.
Salgo lentissimo ma quelli davanti sono sempre là e da dietro non arriva nessuno, allora non va così male. LA CIMA del monte Floriz adesso si scende. Ma come faccio? Gambe dure, faticano a piegarsi, c’é un traccia larga due spanne fra gli strapiombi con dei salti fra le pietre. Avanti piano. Si allarga un po’, si corricchia  ma è un patimento, ogni metro di corsa c’è un metro di frenata e fa male! Ora si risale a balzi, non c’è pace. Finalmente la discesa che porta al Marinelli, la riconosco, ci sono già stato. Sali ed acqua. Il sentiero scorre. In termini normali sarebbe un sentierino impestato ma rispetto a quello che abbiamo fatto fin’ora è un’autostrada. Sorpasso un paio di corridori poi si entra nel prato, ancora neve. Mi fermo, si scivola da matti. Da dietro arrivano quelli che ho appena passato e mi sfrecciano accanto urlando “punta i talloni, come sul ghiaione”, mi fido e vado a gambe tese: funziona!
Si attraversa un costone poi si sale un pochino, hanno messo delle corde, il sentiero è esposto e franoso. Ecco la famosa scaletta, l’ho sentita nominare alla partenza dallo speaker.
Spettacolo! Si attraversa in verticale una specie di grotta. Mani sugli appigli della ferrata, passo cauto. C’è un blocco di ghiaccio lasciato dallo scioglimento del nevaio, bellissimo.
Si prosegue al sole, tengo la giacca e mi godo il tepore. Si scende a balzi fino ad entrare nel bosco poi ci vuole cautela, foglie fradice sul fondo di pietra, scivolo ogni due passi. Non so se è la stanchezza  oppure le scarpe non adatte.
I km finalmente scorrono 14 poi 15  e siamo a passo Monte Croce. Chiedo info sul tempo in cima alla prossima salita, dicono tutto ok. Vedo il fotografo in fondo al parchegggio e mi lancio a passo da gazzella verso il versante opposto. Salita, si cammina. Siamo in due, sempre più piano,  un sentiero infinito, rocce da scavalcare. Non so che fare, ma penso che almeno non mi sono ancora rotto nulla. Sempre più piano, sempre più in su. Con il mio compagno di salità superiamo altri due concorrenti. Ma quanto sono alte ste montagne in Carnia!
Cerco di capire quanto manca, ma davanti non si apre niente; chiedo al mio compagno e mi snocciola una serie di salite che  non capisco. Ricordo solo che menziona una scaletta: “se arrivi troppo stanco ti blocchi con i crampi”. Ogni passo è una conquista, mi meraviglio di essere ancora in movimento, ma da quanto è che spingo su ste ginocchia?
Il sentiero vira in piano, spero di poter correre almeno per allungare le gambe ma niente da fare. Rocce e salti ovunque. Vedo una baracca, poi dei fili, il sentiero stringe e gira dietro una parete: la scaletta. Un mostro verticale di legno, almeno tre rampe. Sono appannato, devo aggrapparmi al passamano. Sento le gambe indurirsi e dopo ogni scalino il muscolo non si rilassa, ecco i crampi.  Mi piego in due e salgo a quattro zampe, mani e piedi, mi faccio pena. Sono fuori, senza crampi, un miracolo.
Ristoro in mezzo alle trincee sul Pal Piccolo. Mi dicono che non è ancora finita, si scende ma poi ancora un po’ di salità. Non penso nulla, non so come sono arrivato qui, ma comincio a pensare che potrei anche arrivare in fondo.
Mi trascino fra le trincee, ogni balzo verso il basso è una bastonata. Altro ristoro, un po’ di prato, provo a correre ma devo subito rallentare, le gambe malferme, rischio di inciampare ogni due passi. Ancora rocce, mi aiuto con le mani per scendere, piegato fino a terra mi aggrappo ai massi per non pesare ancora sulle gambe. Scivolo, sbatto un braccio. Scivolo di nuovo, nocche sbucciate. Ancora giù,  quasi mi  stendo.  
Siamo in un pascolo, in fondo il ristoro, urla di incitamento. Loro sono bravi ad applaudire, ma il sentiero sale ed io cammino con il cuore in gola. Guardo l’orologio, 21km, allora posso farcela!? Penso che magari all’arrivo i miei piccoli mi aspettano e potremmo passare il traguardo assieme. Mi viene da piangere.
Dopo il ristoro è tutta discesa. Forse manca poco, sono elettrizzato. Adesso mollo le gambe in discesa ed arrivo in un baleno, largooooo.....
Mi butto in discesa nel prato, è molto pendente...non sembrava così a vederlo dall’alto, pianto le gambe per frenare e sento i crampi che arrivano...NOOOO
Piano, rallento, per fortuna sono sulla mulattiera, corricchio e dopo poco i muscoli si sciolgono. Ma com’è possibile che non ho ancora superato il limite e riesco a recuperare?
Devo andare al rallentatore, ogni passo scivolo od inciampo. Sono rigido come un bastone. Arrivano da dietro e mi passano. Provo ad agganciarmi ai gruppetti ma devo lasciarli andare, rischio di ammazzarmi. Manca poco
all’arrivo ma è tutta discesa forte. Cerco di continuare a correre, se cammino non arrivo più. Ad un certo punto mi accorgo che faccio versi animaleschi ad ogni piè sospinto;  grugnisco e guaisco. Ho una postura da colpo della straga. Chissenefrega, se non mi sparano passo il traguardo, da non credere, arrivo in fondo, io!! Anch’io al traguardo.
Ultima rampa, attraverso la strada, ahiiiiiii ancora giù fino al laghetto, ancora dolore. Rettilineo, traguardo.  Ah come si corre bene. Ecco Lorenzo ed Amèlie. E’ fatta...4h 53’.
Sono troppo stravolto, non me ne rendo conto. Non sono felice, neanche sollevato semplicemente sorpreso di essere tutto intero, di riuscire ancora a correre, di non essermi fatto male. Sembra tutto così lontano.
Michela è convinta che abbia fatto il tracciato corto, quando scopre che ho fatto l’anello intero strabuzza gli occhi: “Ma tu sei fuori!”
Il giorno dopo, ma solo a sera, inizio a sorridere. Che impresa!
Un solo rammarico, averla fatta da solo.
Martedì, faccio le  scale di traverso.
Mercoledì,  ancora problemi in discesa.
Giovedì, primo giorno senza  troppa difficoltà a scendere.
Venerdì, forse potrei tentare una corsetta?
Sabato 10km di sabbia, che dura.
Domenica altri 10km sabbia ed asfalto. Non ho ancora recuperato totalmente.

Giulio Comar

7° PROVA TROFEO PROVINCIA DI TRIESTE E ASCOLI-SAN BENEDETTO DEL TRONTO

AURISINA - Si è disputata domenica 28 settembre con il Trofeo Generali, che quest'anno ricordiamo ha festeggiato il suo decennale di vita, la 7^ prova del Trofeo Provincia di Trieste 2014.
Cinque i nostri atleti presenti, due maschi e tre donne; tra i maschi  il migliore è stato Roberto Collovati che ha concluso al 54° posto, con il tempo di 35'44" (notevole il suo miglioramento rispetto alla passata stagione), seguito da Maurizio Vardabasso giunto 66° in 36'29", nonostante le condizioni fisiche non eccellenti.
Fra le donne, ottimo 8° posto assoluto e 1° di categoria SF per Alessandra Antoni, miglioramento di ben 2' rispetto alla passata stagione; bene anche Francesca Fazio giunta 23^ assoluta e 4^ tra le SF40; infine Arianna Valenta ha concluso 90^ assoluta e 11^ SF50 in 56'31".
Nella stessa giornata si è corsa l'ottava edizione della Ascoli-San Benedetto del Tronto, gara di 33,250 km, alla quale ha partecipato il nostro Massimo Mazzocchini; per l'atleta anconetano un buon 2h53'56".

1^ STAFFETTA NOTTURNA "MEMORIAL VANESSA GUIDO"

MONFALCONE - Si è disputata sabato 27 settembre, nel centro della nostra città, la 1^ edizione della Staffetta notturna "Memorial Vanessa Guido", manifestazione a carattere benefico in sostegno per i bambini del Burlo Garofalo e del Lilt (lotta contro il cancro), ben organizzata dalla regia di Massimo Ambrosini, in collaborazione con l'Arma dei Carabinieri e il Running Club 2 di Monfalcone.
Davvero tante le staffette messe in campo dalla nostra società (nella foto a sx, il folto gruppo di atleti prima della partenza) per onorare al meglio questa gara; ben 24 sono stati infatti gli atleti, tesserati per i nostri colori, che hanno partecipato alla staffetta 3x2x1500.
Questi, nel dettaglio, i risultati ottenuti dalle nostre staffette presenti:
5° posto - Bisanzi-Spadaro-Collovati in 32'42"
8° posto - Vozza-Roncato-Galopin 34'42"
10° posto - Recchi-Bonato-Erjavec 35'41"
12° posto - Minozzi-Saponaro-Salvi 35'56"
13° posto - Benes M.-Comar-Scognamiglio 36'20"
20° posto - Piatto-Ferro-Mansutti 35'56"
21° posto - Zanolla-Fazio F.-Vardabasso 38'32"
26° posto - La Rocca-Valenta-Pin 42'45"
33° posto - Roselli-Fontana-Cervai 48'31"


domenica 19 ottobre 2014

CAMPIONATI ITALIANI CADETTI/E: UNA SUPERLATIVA MARA LAVRENCIC CONQUISTA DUE TITOLI ITALIANI!!

BORGO VALSUGANA - Sarà una giornata che ricorderemo a lungo quella di domenica 12 ottobre; per la prima volta infatti, un'atleta della nostra società conquista ben due titoli italiani a livello giovanile; artefice di questa impresa è stata l'atleta Mara Lavrencic (nella foto), allenata da Federico Morgera.
Partita senza i favori del pronostico sui 300 piani (dove aveva il quarto tempo di iscrizione con 40"92 n.d.r), Mara è riuscita fin dalle batterie di qualificazioni di sabato 11, a dimostrare di poter raggiungere quel grande risultato che nessuno onestamente si aspettava. Il 40"50 con cui ha messo tutte in fila dopo le qualificazioni, poteva essere un'arma a doppio taglio per l'atleta doberdovese, ovvero la dimostrazione che fisicamente stava bene ma nel contempo la paura di aver dato troppo per raggiungere quel tempo in qualificazione....e invece.....invece succede che domenica mattina Mara vada sui blocchi determinata più che mai, aggredendo fin da subito le sue dirette avversarie, in primis quella Elisabetta Vandi (Marche) favorita per la vittoria finale, affiancandola già nel primo retilineo per poi staccarla definitivamente all'uscita dei 200 metri grazie ad una netta e potente accelerazione, presentandosi sontuosa nel retilineo finale ancora in spinta e chiudendo con il fantastico tempo di 39"86, quinta prestazione italiana di sempre nella categoria.....la Vandi finisce staccata di ben 8 decimi.....CHAPEAU!!
Ma le sorprese non sono finite perchè 3 ore dopo, Mara (in terza frazione), assieme alle compagne di staffetta 4x100 della rappresentativa Friuli Venezia Giulia, conquista il secondo oro di giornata...il tempo finale di 47"70 diventa il secondo tempo di sempre in Italia dopo il 47"58 fatto registrare dalla Lombardia nel giugno di quest'anno.
Le soddisfazioni per la nostra società erano però già cominciate nel pomeriggio di sabato, quando la saltatrice in alto Martina Neri (allenata da Paolo Serafin, teso più di lei sugli spalti dello stadio a seguire la gara) ritrovava quella verve agonistica che si era persa nella parte centrale della stagione, azzeccando la gara dell'anno e regalandosi/ci la prima medaglia di questa due giorni, un bronzo strameritato (prima delle cadette nate nell'anno 2000!!) per quanto fatto vedere in questi ultimi due anni ma non pronosticabile alla vigilia, con la misura di 1,63m suo nuovo primato personale; gara quella dell'alto cadette, contraddistinta dai tanti errori già nelle misure d'ingresso per tante atlete, fatto questo che ha dapprima un pò intimorito la nostra Martina ma che poi, superata la quota di 1,58, si è definitivamente sbloccata andando dritta verso il bronzo...BRAVISSIMA!!
Non hanno raggiunto i primi tre gradini del podio, ma ci hanno regalato lo stesso grandi emozioni, le marciatrici del team di Sergio Tonut, con Alice Oblach (foto FIDAL/COLOMBO) settima, in una gara dai tempi monstre, grazie al nuovo primato personale di 15'11"10 (polverizzato il precedente di 15'29"), seguita dalla sorella Vanessa decima con il primato personale di 15'25"22 (precedente 15'28) e da Valentina Vardabasso, sedicesima assoluta, anch'essa sotto i 16' in 15'52"17.
Nel mezzofondo, 1000 metri, bene l'allieva di Lorella Coretti, Beatrice Di Just, giunta undicesima con il tempo di 3'09"17.
Sfortunate invece le prestazioni di altri due atleti, sui quali nutrivamo grosse speranze di podio alla vigilia: la 300 ostacolista Sara Di Benedetti e il giavellottista Simone Silvestri.
Entrambi, purtroppo, si sono fatti probabilmente sopraffare dalla tensione, fattore che ogni atleta riesce a metabolizzare a modo suo; in ogni caso, sono cose che possono capitare e visti i risultati ottenuti nel corso della stagione non possiamo che rincuorare i due atleti, dicendogli di guardare avanti e di non abbattersi, continuando a lavorare sodo come hanno fatto fino ad oggi...Borgo Valsugana è stato solo un brutto passaggio della loro giovanissima carriera atletica!! GO GO GO
Per la cronaca Sara ha chiuso al 22° posto mentre Simone al 21°.

Nelle foto Fidal/Colombo - Mara Lavrencic in gara e sul podio e poi assieme all'altra medagliata Martina Neri. Più sotto le marciatrici Vanessa Oblach e Valentina Vardabasso



LE MARATONINE DI PORDENONE E TREVISO

MONFALCONE - Sono state le maratonine disputate a Pordenone e Treviso, le gare a cui i nostri podisti hanno partecipato domenica 12 ottobre.
A Pordenone, presenti Giovanni Bevilacqua e Flavio Minozzi, entrambi alla ricerca della forma migliore in vista dei due importanti obiettivi di fine stagione a cui si sono iscritti, ovvero la maratona di Reggio Emilia per Giovanni mentre quella della Grande Mela (New York) per Flavio.
Per Giovanni, 77^ posizione finale con il tempo di 1h26'42, molto meglio rispetto al 1h28' fatto registrare venti giorni prima a Udine mentre Flavio ha concluso, soddisfatto, al 322° posto con il tempo di 1h45'22".
A Treviso, per la prima edizione della Mezza Maratona, presenti Arianna Valenta che ha chiuso in 2h24'56" e un Marco Bonetti parecchio deluso dal tempo finale di 1h53'32", in una gara per lui terminata mentalmente al 16km, quando la luce si è completamente spenta, e dopo il quale si è trascinato fino al traguardo camminando e corricchiando....davvero un peccato dopo il tempo fatto registrare a Udine.

FESTA REGIONALE ESORDIENTI 2014

GORIZIA - Si è disputata domenica 12 ottobre, presso il campo Fabretto di Gorizia, la tradizionale festa regionale degli Esordienti, rientrata quest'anno in provincia grazie all'organizzazione da parte della nostra società, dopo tre anni di permanenza a Trieste.
Per i nostri colori ben 7 i piazzamenti a podio totali: primi posti per Emiliano Brigante nella marcia 1km, Alessia Grimolizzi nel lancio del Vortex e la staffetta 4x50 maschile, secondi posti per Marco Ghergolet nei 50 piani e la staffetta 4x50 femminile, terzi posti per Samuele Mattiello nei 600, Tommaso Mascarin e Leyla Mesaglio nei 50 piani.
Questi gli altri risultati dei nostri giovani atleti:
Salto in lungo EM - 5° Marco Petrouchev, 26° Daniel Chiocca
50 piani EM - 9° Marco Petrouchev
Lancio del Vortex EM - 10° Daniel Chiocca
Salto in lungo EF - 11^ Leyla Mesaglio, 13^ Beatrice Bonazza, 15^ Sara Nuzzi, 20^ Alice Cortese, 22^ Alice Mangialardo, 23^ Alessia Grimolizzi, 24^ Alessia Serra
50 piani EF - 7^ Giorgia Trentin, 14^ Silvia Bonifacio, 15^ Arianna Mangialardo, 17^ Alice Mangialardo, 19^ Sara Nuzzi, 22^ Alice Cortese, 23^ Alessia Serra

domenica 12 ottobre 2014

FESTA REGIONALE DEGLI ESORDIENTI

MONFALCONE - Si disputerà domenica 12 ottobre la Festa Regionale, riservata agli atleti della categoria Esordienti nati tra il 2003 e il 2004; quest'anno la manifestazione sarà organizzata dalla nostra società con l'aiuto della Fondazione Cassa Risparmio di Gorizia, presso la pista del Fabretto di Gorizia, causa i lavori di ristrutturazione della pista dello stadio Cosulich.
La giornata di gare, composta da un programma completo, avrà inizio alle ore 9.30 con il classico ritrovo per giurie e concorrenti e si concluderà intorno alle 12.30 con le staffette 4x50 maschili e femminili. 
Verranno premiati i primi 3 atleti di ogni gara più le prime 3 staffette maschili e le prime 3 staffette femminili; saranno inoltre assegnati dei Trofei alle squadre più numerose.
Le iscrizioni alla gara si possono effettuare utilizzando il servizio online della Fidal, entro le ore 24 di venerdì 10 ottobre.

Programma gara

Vi aspettiamo numerosi!!

venerdì 10 ottobre 2014

MARATONINA DI AURISINA E MARATONA DELLE CITTA' DEL VINO: ERJAVEC E ANTONI AL TOP

MONFALCONE - Due le importanti manifestazioni podistiche regionali, baciate da uno splendido sole, alle quali hanno partecipato i nostri atleti della categoria Master, domenica scorsa 5 ottobre.
Cominciamo il nostro racconto da Aurisina, dove per la classica maratonina di inizio autunno nonchè penultima prova del Trofeo Provincia di Trieste, c'erano al via 4 nostri atleti (nella foto).
In campo maschile era presente il solo Roberto Collovati, che ha concluso molto soddisfatto, con il buon tempo di 1h29'38", al 64° posto, migliorando di quasi un minuto il tempo dello scorso anno!!
Tra le donne ancora una volta su tutte la prestazione sciorinata da Alessandra Antoni (13^ classificata tra le donne e 2^ della categoria SF) che, dopo il primato personale fatto registrare a Udine due settimane fa, si è nuovamente tolta la soddisfazione di abbassare ulteriormente il proprio record di ben 2', nonostante il percorso ondulato, portandolo a 1h40'06"....COMPLIMENTI!!
Molto bene anche Francesca Fazio, 15^ classificata (4^ tra le SF40) , che ha concluso con un tempo praticamente uguale a quello della passata stagione 1h43'33" (1h43'26" nel 2013 n.d.r.).
Infine Arianna Valenta, che ha chiuso in 2h19'27" al 63° posto, 7^ della categoria SF50.
A Corno di Rosazzo è andata invece in scena la 6^ edizione della Maratona-Maratonina Città del Vino che vedeva al via 2 nostri atleti (Paolo Erjavec e Giulio Comar), entrambi impegnati per la prima volta in assoluto, nella distanza regina, la Maratona.
Protagonista per i nostri colori, il debuttante sulla distanza Paolo Erjavec (nella foto sul traguardo), già protagonista di un'ottima prova alla maratonina di Udine, si è ripetuto sulla doppia distanza al debutto, disputando una gara assolutamente perfetta, con due mezze maratone percorse in 1h35'40 e 1h34'00" per un tempo finale di 3h09'41" che gli è valso l'undicesimo posto assoluto e il quarto nella categoria SM45....SUPER!!!
L'altro debuttante sulla lunga distanza era Giulio Comar, partito con diversi dubbi sulla tenuta fisica ma deciso a voler provare questa nuova avventura...ebbene, alla fine ha concluso in 4h07'50" all'ottantesimo posto.
Infine a Palmanova, per il classico appuntamento con il duathlon lungo i bastioni, presenti nelle varie frazioni di corsa diversi nostri atleti, Nicola Galopin, Francesco Salvi, Nicoletta Mendler e Eddy Bonato.

MARATONINA DI UDINE: ANTONI, ERJAVEC E SALVI OTTENGONO IL PRIMATO PERSONALE

UDINE - E' ripartita Domenica 21 settembre, con la 15^ edizione della Maratonina di Udine, la stagione delle mezze maratone.
Anche quest'anno buona è stata la partecipazione dei nostri atleti, con 12 presenti al via; tra questi,  meritevoli di una particolare menzione ci sono Alessandra Antoni miglioratasi di quasi 2'30" rispetto al precedente personale e qui capace, disputando una gara dalla distribuzione perfetta (seconda parte più veloce della prima) di correre in 1h41'59", Paolo Erjavec debuttante in gara con la nostra società e capace di piazzare subito un tempo di 1h30'04" (complimenti!!) e Francesco Salvi che aspettavamo con un tempo vicino all'ora e trenta ma che alla fine si è dovuto accontentare, si fa per dire, di concludere in 1h32'18", comunque sia, suo nuovo primato personale.
Gli altri in gara sono stati: Giovanni Bevilacqua, migliore del lotto partecipanti, che ha concluso in 1h28'05" (in fase di preparazione per la maratona di Reggio Emilia), Flavio Minozzi che cercava il primato personale ma alla fine ha dovuto arrendersi terminando in 1h41'40", la seconda donna in gara Alessandra La Rocca capace di concludere in 1h42'35" (suo terzo tempo di sempre che non riusciva ad avvicinare da quattro anni), Eddy Bonato in 1h43'06", Andrea Milanese in versione "birocet", ovvero trasportando il piccolo Martin con la carrozzina in 1h44'37", Marco Bonetti (1h45'46") autore di un buon allenamento in vista della maratonina di Treviso di metà ottobre, Massimiliano Benes di ritorno alle gare dopo aver risolto alcuni problemi fisici e quindi finalmente capace di ridare continuità ed infine Alessia Roselli e Alessandro de Baseggio, spesse volte ultimamente compagni di allenamento in zona Napoleonica (Prosecco), che hanno concluso in 2h36'13", non senza qualche problema fisico per Alessia colpita da crampi negli ultimi 5 km di gara.
Sempre nella stessa giornata, alla mezza maratona di Senigallia, ritiro per Massimo Mazzocchini, dopo circa 10 km per un problema alla gamba destra.
Prossimi appuntamenti su strada, la 1^ staffetta notturna Memorial Vanessa Guido nel centro di Monfalcone sabato 27, la settima prova del Trofeo Provincia di Trieste ad Aurisina domenica 28 e la domenica successiva la Maratonina del Carso e la Maratona/Maratonina delle Città del Vino a Dolegna del Collio.

CAMPIONATI REGIONALI INDIVIDUALI RAGAZZI/E: ARGENTO PER PETROUCHEV NELLA MARCIA 2 KM

CASARSA DELLA DELIZIA - Grazie all'argento conquistato da Nicola Petrouchev nella 2 km di marcia, la nostra società ha concluso nei migliori dei modi la stagione dei campionati regionali giovanili culminata, due settimane fa, con la scorpacciata di podi ai Campionati Regionali Individuali Cadetti/e.
Questi gli altri risultati ottenuti dai nostri cinque atleti presenti alla manifestazione:
60 Ri - 22° Elia Tonut
60hs Ri - 18° Matteo Loj, 22° Elia Tonut, 23° Federico Barnabà
Alto Ri - 16° Nicola Petrouchev
Lungo Ri - 29° Matteo Loj, 30° Federico Barnabà, 32° Gabriele Puntin
Peso Ri - 11° Gabriele Puntin

venerdì 3 ottobre 2014

II^ FASE C.D.S. E CAMPIONATI REGIONALI INDIVIDUALI ALLIEVI/E: TITOLI REGIONALI PER DI JUST E DE MARCHI

UDINE - Si sono disputati tra Sabato 20 e Domenica 21 settembre, i campionati regionali individuali Allievi/e, validi anche come seconda fase dei C.D.S. regionali.
Tre i podi conquistati dalle nostre allieve, con Caterina Di Just (di ritorno alle gare dopo l'infortunio alla caviglia patito quest'estate) laureatasi campionessa regionale nel salto triplo con la misura di 10,75m , Lara Iulianelli seconda nei 400 piani, con il suo terzo tempo di sempre sulla distanza (60"09) e una pimpante Alessia Quargnal terza nei 100 piani in 12"98 (quinta nei 200 piani).
Alle gare erano presenti anche Giulia Spanghero, giunta sesta nei 400 piani e i due quattrocento ostacolisti Massimiliano Ostermann, per lui ottimo miglioramento cronometrico e Davide Segat, giunti rispettivamente al quinto e settimo posto.
Passando ai nostri atleti che corrono per la Trieste Atletica, grande soddisfazione per la vittoria, alla prima uscita sui 3000 metri, per il cervignanese Jacopo De Marchi con il tempo di 9'27"27, lo stesso atleta è giunto poi secondo nei 1500 con il tempo di 4'17"89 (mancando il bis di titoli per soli 6 centesimi!!); Marco Rota, l'altro atleta "triestino" ha invece concluso al quarto e ottavo posto rispettivamente negli 800 e nei 400 piani.